
La dichiarazione Dignitas infinita (DI) del Dicastero per la dottrina della fede è un documento puntuale e preciso, che presenta con chiarezza il fondamento su cui si basa il senso della vita umana e il suo valore impareggiabile, senza trascurare le violazioni più gravi commesse al riguardo. Un pronunciamento puntuale, anche se non inedito, perché risuona in tempi investiti da un nuovo nichilismo, che sta trasformando valori, offuscando e annullando differenze; e anche perché arriva dopo il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Particolarmente adeguata risulta la suddivisione tra una prima parte, dedicata ai fondamenti, e la seconda parte, in cui vengono raccolti i punti principali dell’insegnamento morale di papa Francesco e si mette in risalto la coerente etica della vita sostenuta dalla Chiesa, senza polarizzazioni e travisamenti.
Si tratta di una valida riflessione sulla teologia cristiana della dignità umana, che presenta e documenta l’odierno fermo appello della fede in Cristo al valore intrinseco di ogni vita umana e all’importanza di garantire le condizioni sociali affinché questa dignità non rimanga un pio e astratto desiderio carico di retorica. La sua dimensione teologica è caratterizzata da una epistemologia che ci introduce nel terreno della «ragione informata dalla fede»: non una ragione sostituita dalla fede, né una ragione senza fede, ma una ragione plasmata dalla fede riguardo a prospettive, temi, intuizioni associati alla tradizione cristiana. Il fatto che la fede permetta alla ragione di svolgere meglio il suo compito e di vedere con chiarezza ciò che le è proprio non deve affatto comportare la svalutazione dell’«esperienza umana» in base a un pessimismo antropologico, né a una magnificazione del Vangelo, ossia della rivelazione divina che giunge attraverso la Sacra Scrittura e la Tradizione, con la guida interpretativa del Magistero.
Quando una persona che ha scritto molte pagine su un argomento legge altri scritti su tale materia, di solito coglie subito qualcosa che manca, qualche sfumatura che è stata tralasciata, qualcosa che si sarebbe potuto dire diversamente. È il caso di chi scrive su questo argomento, ma il lettore non deve temere che stiamo per intraprendere un’esegesi esaustiva del documento, ma piuttosto rifletteremo sulle questioni che risultano più significative e proporremo alcune considerazioni finalizzate ad aiutare la comprensione di un testo indubbiamente denso e valido.
La sovrabbondanza del titolo
Una ragione umana chiusa al Mistero è una ragione umana mutilata, dal momento che la verità, anche quando riguarda una realtà limitata del mondo e dell’uomo,
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