Nonostante i dubbi sollevati dal dibattito televisivo del 27 giugno tra i due candidati, per il momento pare che le elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre 2024 saranno una replica, sebbene in un contesto storico differente, di quelle di quattro anni fa: Joe Biden contro Donald Trump, anche se i due contendenti dovranno essere ancora confermati nelle rispettive conventions: quella repubblicana, che si terrà a luglio; e quella democratica, ad agosto. Da mesi i sondaggi danno in leggero vantaggio Trump, ma il risultato elettorale è tutt’altro che scontato. Secondo alcuni opinionisti di parte democratica, i numeri potrebbero cambiare quando gli elettori prenderanno coscienza che negli ultimi tempi l’economia statunitense risulta cresciuta, l’occupazione aumentata e l’inflazione contenuta[1]. Inoltre, come vedremo, la recente sentenza di condanna del 30 maggio nei confronti di Trump, per falsificazione di documenti nell’ambito di uno scandalo sessuale, avrà probabilmente qualche ripercussione sull’elettorato moderato[2].
L’età avanzata dei candidati alla presidenza
Ciò che in questo momento crea maggiore incertezza nell’elettore medio americano è l’età dei due candidati alla presidenza: Biden ha 81 anni, e il suo avversario 78. Chiunque dei due vincerà sarà il presidente più vecchio della storia degli Stati Uniti. L’85% degli americani e il 70% dei democratici pensa che l’attuale presidente sia troppo anziano per proseguire con un altro mandato[3]. Tale percezione ha trovato nuovi argomenti dopo il confronto del 27 giugno che ha sollevato preoccupazione tra i democratici. L’argomento principale a favore di Biden è che a questo punto sarebbe troppo rischioso e caotico cambiare candidato e che in realtà non ci sarebbero altri leader politici capaci di attrarre il voto democratico. Certo Biden, fino alla convention, potrebbe farsi da parte volontariamente – anche se ciò appare improbabile –, lasciando alla vice Kamala Harris la possibilità di correre al suo posto: il fatto è che lei è meno popolare del presidente in carica.
Secondo alcuni, un modo per aggirare il problema sarebbe che, alla convention, i democratici organizzassero un «concorso per talenti»[4]. Il che porrebbe nuovi e gravi problemi, come ad esempio la frantumazione della leadership tra diversi concorrenti, cosa che è già in atto con la candidatura di un discendente dei Kennedy[5], oltre al fatto che i candidati avrebbero meno di due mesi per fare campagna elettorale e farsi conoscere dall’elettorato.
Per questi motivi e altri ancora, è stato detto che le prossime elezioni presidenziali saranno più una
Contenuto riservato agli abbonati
Vuoi continuare a leggere questo contenuto?
Clicca quioppure
Acquista il quaderno cartaceoAbbonati
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato a La Civiltà Cattolica. Scegli subito tra i nostri abbonamenti quello che fa al caso tuo.
Scegli l'abbonamento