
La «guerra dei potenti contro i deboli»[1] si accanisce contro tutti coloro che, a partire dalla fede, si schierano dalla parte dei semplici, degli umili, dei poveri e degli esclusi della nostra storia. Il Gesù del Vangelo è stato al centro dell’attività pastorale di p. Rutilio Grande, e i contadini salvadoregni delle zone di Aguilares ed El Paisnal l’accolsero con entusiasmo. Molti di loro decisero di alfabetizzarsi per poter leggere il Vangelo. E il Nuovo Testamento venne finanche adottato come il testo che, in una alfabetizzazione ispirata a Paulo Freire, li avrebbe aiutati a scoprire sia la loro dignità sia le capacità e le possibilità dell’essere contadini.
Tutto questo mentre El Salvador si dibatteva in uno scontro crescente tra settori arricchiti e folle povere che reclamavano i loro diritti. La morte di p. Rutilio, nel 1977, è stata il frutto del suo lavoro a favore della dignità dei più poveri. La sua attività di pastore era pienamente radicata nella Parola di Dio e lo spingeva a difendere i poveri, duramente perseguitati quando reclamavano una fondamentale giustizia sociale. Alla fine del 2014 l’arcidiocesi di San Salvador ha avviato il processo di beatificazione di Rutilio Grande come martire.
Chi era Rutilio
Rutilio Grande nacque nel 1928 a El Paisnal, una piccola località rurale a 35 chilometri da San Salvador, in una famiglia contadina. La morte prematura di sua madre, le occupazioni di suo padre, dedito alla politica locale, e l’essere stato affidato alle cure della nonna produssero, da un lato, una forte pietà tradizionale e, dall’altro, una timidezza e un’insicurezza che a volte giunsero a causargli momenti di angoscia e di depressione. Quando era adolescente, manifestò all’arcivescovo monsignor Chávez, che era in visita pastorale, il suo desiderio di essere sacerdote. L’arcivescovo lo invitò ad accompagnarlo nella prosecuzione della sua visita pastorale in altre località di El Salvador e successivamente lo mandò al Seminario arcidiocesano San José de la Montaña, allora diretto dai padri gesuiti.
Rutilio conservava una viva impressione di quel periodo trascorso ad accompagnare l’arcivescovo. Vederlo camminare tra le persone semplici, con enorme affabilità e vicinanza, con un linguaggio accessibile e comprensibile e con un grande affetto per i sacerdoti confermò il giovane candidato nella sua vocazione. Da allora nacque fra i due un’amicizia che andò maturando e approfondendosi nel corso degli anni.
Dopo alcuni anni di Seminario, Rutilio decide di entrare nella Compagnia di Gesù. Trascorre il periodo del noviziato in America Latina,
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