
Se la Bibbia è il libro più letto di tutti i tempi, la figura di Gesù ha attratto il cuore e la mente dei più grandi artisti, poeti, scrittori e registi. Indipendentemente dal proprio credo o cultura, la luminosa bellezza delle parole di Cristo e gli interrogativi sollevati da una vita in cui sfolgora lo splendore del Vero attraggono i lettori di ogni epoca. Quanti di noi, ieri e oggi, credenti e non credenti, artisti e scienziati, hanno esclamato affascinati, insieme ai discepoli di Emmaus: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore nell’incontro con il Gesù dei Vangeli?» (cfr Lc 24,32).
Uno dei più grandi maestri del cinema di sempre, il regista danese Carl Theodor Dreyer (1889-1968), conquistato dalla persona di Gesù, ha tradotto in modi diversi nella sua opera cinematografica un incontro con il Cristo dei Vangeli. I suoi film più importanti declinano in chiave umana – e fortemente personale e originale – le vicende della passione del Figlio di Dio. È il caso di La passione di Giovanna d’Arco (La passion de Jeanne d’Arc, 1928), dove la santa francese è accostata a Cristo a partire dallo stesso titolo; di Dies irae (1943), in cui la protagonista Anna affronta
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