
Se la Bibbia è il libro più letto di tutti i tempi, la figura di Gesù ha attratto il cuore e la mente dei più grandi artisti, poeti, scrittori e registi. Indipendentemente dal proprio credo o cultura, la luminosa bellezza delle parole di Cristo e gli interrogativi sollevati da una vita in cui sfolgora lo splendore del Vero attraggono i lettori di ogni epoca. Quanti di noi, ieri e oggi, credenti e non credenti, artisti e scienziati, hanno esclamato affascinati, insieme ai discepoli di Emmaus: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore nell’incontro con il Gesù dei Vangeli?» (cfr Lc 24,32).
Uno dei più grandi maestri del cinema di sempre, il regista danese Carl Theodor Dreyer (1889-1968), conquistato dalla persona di Gesù, ha tradotto in modi diversi nella sua opera cinematografica un incontro con il Cristo dei Vangeli. I suoi film più importanti declinano in chiave umana – e fortemente personale e originale – le vicende della passione del Figlio di Dio. È il caso di La passione di Giovanna d’Arco (La passion de Jeanne d’Arc, 1928), dove la santa francese è accostata a Cristo a partire dallo stesso titolo; di Dies irae (1943), in cui la protagonista Anna affronta tragicamente l’oscurantismo della sua epoca; di Ordet (1955), in cui il giovane Johannes crede di essere Cristo. Ancora prima, nel suo singolare Pagine dal libro di Satana (Blade af Satans Bog, 1921) – un film a episodi, in cui l’azione di Satana tra gli uomini è immaginata in quattro diverse epoche storiche –, aveva tratteggiato con originalità alcuni momenti della passione di Cristo.
Affascinato da Gesù, il regista ha lungamente sognato (e cercato) di realizzare un film interamente ed esplicitamente consacrato alla sua vita. Purtroppo il progetto, a causa di travagliate vicende produttive, non si è mai realizzato. Tuttavia è rimasta una sceneggiatura scritta dal regista in inglese, in due diverse redazioni. Di recente è stata pubblicata una versione italiana della sceneggiatura nata dalla collazione tra le due redazioni. Il progetto, pubblicato in formato di libro dal titolo Gesù. Il film di una vita, è stato curato da Marco Vanelli, studioso e critico cinematografico, per la casa editrice Iperborea[1].
La sceneggiatura del film di Dreyer è una rilettura molto originale del Cristo dei quattro Vangeli. Ne risulta una vita di Gesù frutto di una rielaborazione personale marcata e coraggiosa. A ogni modo, le libertà drammaturgiche prese dal regista –
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