Può succedere — ed è già successo — che episodi di cronaca giudiziaria, quantunque regolati nella loro scadenza dal normale corso della giustizia, potrebbero far gridare allo scandalo di una «giustizia a orologeria». Oppure può accadere che parole pronunciate da magistrati nel corso di interviste rilasciate su casi ancora aperti, inducano a gridare allo scandalo di una giustizia partigiana. L’articolo cerca di chiarire il contenuto e i limiti del diritto di «esternazione» dei magistrati. Fra l’altro, risulta opportuna l’illustrazione a posteriori di un atto del magistrato già compiuto nel corso del processo, per correggere eventuali distorsioni di interpretazione che rischiano di disorientare l’opinione pubblica. Inoltre un’altra regola da rispettare appare quella che attribuisce a ogni magistrato la facoltà di commentare il proprio provvedimento, ma non quello di un altro magistrato.
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IL DIRITTO DI «ESTERNAZIONE»DEI MAGISTRATI
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