Tra gli oltre due milioni di italiani che nel primo decennio del XX secolo varcarono l’Atlantico guidati dal sogno di una vita migliore negli Stati Uniti ci fu un giovane pastore abruzzese, Pascal D’Angelo. Il suo viaggio per il sostentamento si trasformò presto nella scoperta di una bruciante e drammatica vocazione poetica. Egli visse un vero «corpo a corpo» tra la forza dell’ispirazione e i limiti delle sue iniziali abilità linguistiche, dividendosi tra un duro lavoro di manovale e le ore trascorse in biblioteca nella lettura degli amati poeti inglesi dell’Ottocento. Nelle sue composizioni le immagini bucoliche della terra di origine e quelle della sua vita di fatica e stenti in America si sovrappongono, sprigionando una grande intensità drammatica.
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IL CASO DEL «POETA SPACCAPIETRE». Pascal D’Angelo (1894-1932)

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