Autore prolifico e versatile, Clint Eastwood si cimenta nel suo film più recente, realizzato a 80 anni di età, con un argomento arduo indicato fin dal titolo, Hereafter, che in italiano significa «aldilà». Nella pellicola si intrecciano tre storie parallele, contrassegnate dai contatti che alcuni viventi riescono a stabilire con il mondo dei morti. Un medium in difficoltà, una giornalista sopravvissuta allo tsunami, un bambino che ha perduto il fratello gemello in un incidente. È probabile che non sia lontano dal vero chi pensa che Eastwood non è tanto interessato al problema dell’aldilà, quanto piuttosto a quelli dell’aldiquà. «Le religioni ufficiali non mi hanno mai aiutato — dice il regista —. Io non le rifiuto. L’essenziale è che ciascuno trovi ciò che è più adatto per lui». Pur essendo dotata di qualche spunto d’interesse, l’opera non risulta del tutto convincente.
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«HEREAFTER», UN FILM DI CLINT EASTWOOD

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