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Con giganteschi aeroporti e le compagnie aeree Emirates ed Etihad, Dubaï e Abu Dhabi sono diventate centri mondiali di transito tra l’Europa e l’Asia. Questi Emirati hanno costruito numerosi grattacieli, mostrando così una facciata ultramoderna, mentre la popolazione residente è costituita all’85% da stranieri, poco pagati e in condizioni di grande insicurezza, e l’entroterra non è che un deserto di sabbia. Questi contrasti pongono la questione della vivibilità in questo tipo di città-Stato. Che cosa succederà dopo l’Esposizione universale del 2020? La questione più grave è quella etica, che si pone a causa del trattamento riservato ai lavoratori stranieri. Gli Emirati devono rispondere alle domande giustificate sulla loro pratica dei diritti umani, sociali e politici.