Si stanno diffondendo due nuovi metodi di interruzione volontaria della gravidanza: la contraccezione di emergenza e l’aborto chimico. Il primo tenderebbe a impedire l’impianto di un eventuale embrione non desiderato in seguito a un rapporto non protetto; il secondo, detto anche aborto medico, dovrebbe essere utilizzato nei primi 50 giorni di gravidanza. Il primo viene giustificato sostenendo che fino all’impianto l’embrione non è un soggetto umano ma soltanto un cumulo insignificante di cellule. Il secondo viene giustificato come meno traumatico rispetto a quello chirurgico. Sottolineate per il primo la falsità scientifica della giustificazione, e per il secondo la serietà e gravità delle condizioni mediche nelle quali viene a trovarsi con notevole frequenza la paziente, si propone una riflessione etica.
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DEVIAZIONI DELLA MEDICINA: CONTRACCEZIONE DI EMERGENZA E ABORTO CHIMICO

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