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In un precedente articolo si è visto come le istituzioni essenziali di Israele — circoncisione, sabato, kashrut e tempio — obbediscano tutte alla stessa logica: la rinuncia alla totalità, per potersi aprire all’altro e al Totalmente Altro.
Con la sua morte in croce Cristo porta a compimento l’antica legge, quando rinuncia alla totalità della sua vita. Ma Cristo non è solo, e i suoi discepoli dopo di lui seguono la stessa logica della rinuncia: in modo particolare quelli che consacrano la loro vita al Signore e al prossimo, abbandonando la propria volontà nell’obbedienza, i loro beni per vivere nella libertà la povertà materiale e spirituale, rinunciando, nel celibato, al matrimonio — e di conseguenza alla paternità o maternità — per raggiungere una fecondità moltiplicata. Questa è la funzione profetica della vita consacrata.