BEATI COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO
Alla scuola del Deuteronomio
ABSTRACT – Nel libro sacro che contiene la Parola di Dio ci è stato consegnato un inestimabile patrimonio spirituale. Purtroppo tale tesoro è per molti come sepolto, dimenticato o trascurato. Il Deuteronomio ci aiuta a riscoprirlo e a valorizzarlo.
«Ascolta, Israele». Questo è l’imperativo che contraddistingue il libro del Deuteronomio: non solo introduce uno dei passi più importanti di tutta la tradizione religiosa di Israele (il celebre Šema‘ Yiśrā’ēl), ma funge da leitmotiv introduttivo per le principali sezioni della parte esortativa del libro. Il verbo šāma‘ («ascoltare»), d’altra parte, ricorre ben 86 volte nel Deuteronomio, con grande rilevanza teologica, avendo per oggetto abituale il Signore e/o la sua Legge. L’invito ad ascoltare va dunque ritenuto un motivo tematico capace di riassumere l’intero messaggio del Deuteronomio; e poiché questo libro raccoglie il testamento spirituale di Mosè, possiamo affermare che in esso risuona l’appello della più autorevole voce dell’Antico Testamento, quale via che porta alla vita. Il comando di ascoltare venne trasmesso di generazione in generazione, fino a giungere a noi, lettori odierni della divina Scrittura, eredi del patrimonio spirituale dei nostri «padri», e si coniuga con il monito evangelico a essere attenti e intelligenti quando ci parla il Signore: «Chi ha orecchi, ascolti!» (Mt 13,43); «Fate attenzione a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere» (Lc 8,18). In un mondo come il nostro, distratto e superficiale, in una società divenuta incapace di apprezzare parole impegnative, l’imperativo dell’ascolto risulta particolarmente opportuno. Ed è in atteggiamento di preghiera che davvero si presta orecchio al Signore.
Interessante nella Scrittura anche il racconto della ri-scoperta e valorizzazione del libro della Legge in 2 Re 22, alla quale collaborarono concordemente i rappresentanti delle tre istituzioni fondamentali del popolo d’Israele: il sacerdote, il re e il profeta. Proprio il libro del Deuteronomio ci insegna le modalità, appunto sacerdotale, regale e profetica, dell’ascolto della voce silenziosa di Dio.
In particolare, siamo chiamati, mediante una lettura incessante della Scrittura, ad acquisire una grande familiarità con il volere di Dio e a progredire in quella acuta capacità sapienziale che sa interpretare i precetti del Signore, così da obbedire non alla lettera, ma allo spirito della Legge. Il cammino che ci viene offerto è quello che conduce all’esperienza intima della beatitudine.
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BLESSED ARE THOSE WHO HEAR THE WORD OF GOD. Learning from Deuteronomy
Throughout the sacred book which contains the Word of God, an inestimable spiritual heritage has been given to us. Unfortunately, this treasure is buried, forgotten or neglected for many people. Deuteronomy not only helps us rediscover and give value to this treasure, but it also teaches us the (priestly, regal and prophetic) ways to listen to the silent voice of God. In particular, we are called – via an incessant reading of Scripture – to become familiar with the will of God and progress in that acute wisdom which knows how to interpret the precepts of the Lord, so as to obey not the letter but the spirit of the Law. The path which is offered to us is the one that leads to the intimate experience of bliss. The Author is a bible scholar and secretary of the Pontifical Biblical Commission.
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