Questo libro è una raccolta di interventi pronunciati dal nunzio apostolico Silvano Maria Tomasi tra il 2003 e il 2015, dai quali emerge l’azione della Santa Sede all’interno delle Organizzazioni internazionali a Ginevra. Il volume, attraverso l’introduzione di ogni capitolo, presenta la posizione della Santa Sede su argomenti diversi e affronta i temi contemporanei, che spaziano dal disarmo alle migrazioni, dal commercio alla proprietà intellettuale, dalla discriminazione alla libertà di coscienza.
Il libro si propone un duplice scopo: da un lato, mette in evidenza il sostegno dato alla diplomazia multilaterale dalla Santa Sede, che incoraggia tutti gli sforzi volti a migliorare la struttura delle Nazioni Unite per una loro maggiore efficacia e credibilità; dall’altro, presenta l’attività diplomatica del Vaticano in campo internazionale.
Come noto, di fronte alle disuguaglianze, alla violenza e alla distruzione presenti nel mondo contemporaneo, papa Francesco parla spesso di una «terza guerra mondiale a pezzi». In questo contesto, la Santa Sede invita la comunità internazionale e le sue Istituzioni ad assumersi il «rischio della solidarietà», uno dei princìpi fondamentali sui quali sono state fondate le Nazioni Unite. La solidarietà cerca di portare la famiglia umana a un futuro di reciproca fiducia, pace e sviluppo, a un futuro veramente inclusivo per tutti.
Il libro mostra che la missione della Santa Sede alle Nazioni Unite e presso le altre Organizzazioni internazionali a Ginevra consiste nell’impegnarsi quotidianamente a rinnovare la dimensione etica nelle relazioni internazionali. Il nome stesso «Nazioni Unite» suggerisce l’idea di «famiglia delle nazioni», e le dichiarazioni della Santa Sede richiamano a relazioni internazionali ispirate e governate dai princìpi di sussidiarietà e solidarietà.
Nel difendere e promuovere l’universalità dei diritti umani non si deve mai perdere di vista la persona umana, che è al centro di tali diritti. In questo senso, il filo rosso del libro è la continua e particolare attenzione alla sofferenza delle persone più vulnerabili, mediante la tutela del diritto umano fondamentale, quello alla vita.
L’attività della Santa Sede alle Nazioni Unite a Ginevra è varia, con interventi che difendono, tra gli altri, i diritti all’accesso all’acqua potabile, ad alloggi adeguati, all’istruzione e al cibo. In particolare, la lotta contro la povertà e la fame richiede azioni sempre più mirate, e anche la tematica dei diritti dei bambini – i membri più vulnerabili della società – viene affrontata in diverse dichiarazioni, non soltanto dal punto di vista economico e di governance, ma come responsabilità etica per proteggere i più piccoli dalla violenza.
Tra i diritti umani c’è anche quello alla libertà religiosa, che include sia una sfera individuale sia una comunitaria, permettendo di distinguere la dimensione del cittadino e quella del credente. Dalle dichiarazioni della Santa Sede emerge che la libertà religiosa è un diritto umano fondamentale, e che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione è sostenuta da norme internazionali che riguardano i diritti degli individui, delle comunità e delle strutture istituzionali (tre dimensioni inseparabili tra loro).
Il libro è arricchito dalla prefazione del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, il quale mette in risalto i punti salienti della diplomazia pontificia. Le conclusioni sono redatte dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che si sofferma, tra l’altro, su un’analisi della «Agenda 2030: una nuova visione per una cultura della solidarietà e la giustizia sociale: Dall’esistenza con gli altri all’esistenza per gli altri».
In conclusione, le dichiarazioni dalla Santa Sede contenute in questo volume propongono alla comunità internazionale alcuni concetti fondamentali che possono servire come fonti di ispirazione nello sviluppo di una nuova visione della collaborazione tra i popoli della terra. Questa visione si basa sull’unicità dell’origine e del destino comune della famiglia umana, sull’uguale dignità di ogni persona e sul fatto che essa dev’essere al centro di ogni attività sociale.