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ABSTRACT – Il 4 marzo scorso, gli elettori italiani hanno scelto. Durante la lunga notte dello scrutinio il principale dato politico è stato subito anticipato dalle agenzie di stampa estera: «L’Italia è senza maggioranza». In ogni caso, il voto riafferma la presenza di tre grandi aree politiche, su cui il sistema si è ormai assestato. Vince il centrodestra (37%) e perde il centrosinistra (22,85%); il M5S è il primo partito (32,6%), seguito dal Pd, sceso al 18,72%, e dalla Lega, che ha raggiunto il 17,37%. Sono state scelte le due forze più antieuropeiste – almeno a parole – dello scenario politico, che in modi diversi hanno saputo canalizzare le paure sociali e la speranza di cambiamento, in una campagna elettorale pensata a colpi di slogan, senza alcun confronto diretto tra i leader, in cui sono prevalsi l’idea di nazione, la nostalgia del passato, il sogno di un governo perfetto, un’idea miracolistica di politica.
Gli scenari possibili per un governo? Tramontata la possibilità di una maggioranza di larghe intese delle forze che convergono verso il centro politico, se il Pd sceglierà di rimanere all’opposizione, il M5S potrebbe governare con la Lega di Salvini o insieme alla coalizione di centrodestra. Un secondo scenario possibile è rappresentato da un Governo guidato dal M5S con l’appoggio (esterno) del Pd su precisi punti programmatici. Rimane un terzo scenario minore: quello del Governo di scopo, ma le prospettive menzionate sono destinate a dividere il Pd e a far crescere nei consensi le forze che rimarranno all’opposizione.
Nessun partito o coalizione ha dunque la forza di governare da solo, ma il rispetto delle regole istituzionali garantirà accordi realistici e possibili. Per allontanare lo spettro di nuove elezioni, occorre appellarsi alla responsabilità di chi ha in mano il futuro del Paese, perché il bene di tutti sia superiore a quello delle singole forze politiche. Assume così una rilevanza centrale il ruolo del Presidente della Repubblica. Come ha affermato proprio il presidente Mattarella, «le sorti del Paese sono comuni». Ci vuole «responsabilità» per custodire il bene della democrazia in un tempo di crisi.
Anche l’elettorato cattolico – il cui voto è stato distribuito su quasi tutte le principali forze politiche scese in campo – è chiamato a una nuova responsabilità. La fase politica che si è aperta, segnata dall’incertezza e dall’instabilità, è l’occasione per formare una nuova coscienza sociale, capace di distinguere e promuovere le scelte politiche conformi al Vangelo e ai princìpi della Dottrina sociale della Chiesa e di fare obiezione di coscienza sulle altre.
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THE RESULT OF THE ITALIAN POLITICAL ELECTIONS
Italy has chosen. In the parliamentary elections of 4 March the centre-right won (37%) while the centre-left lost (22.85%); the M5S is the single party with the largest share (32.6%), followed by the Democratic Party, which fell to 18.72%, and the Lega, which reached 17.37%. The two most anti-European forces of the political scenario have been chosen, which in their different approaches have been able to channel social fears and hope of change, in an electoral campaign designed with slogans, without any direct confrontation between leaders. The electoral law leaves Italy without a majority. To remove the spectre of going to the polls again, it is necessary to appeal to the responsibility of those who hold Italy’s fate in their hands, so that the well-being of all emerges superior to that of the individual political forces