In occasione del quinto centenario della riforma luterana, papa Francesco, parlando di fronte alla Presidenza della Federazione Luterana Mondiale, ha ringraziato Dio per il cammino ecumenico degli ultimi decenni e ha invitato i cristiani «ad abbandonare gli antichi pregiudizi, come quelli su Martin Lutero», per continuare e rafforzare la comunione tra cristiani.
Lo studio del gesuita p. Giancarlo Pani, Lutero, tra eresia e profezia, raccoglie l’invito del Papa: animato dalla convinzione che la storia sia «una ricerca senza fine, che richiede grande onestà e amore per la verità» (p. 9), l’A. avvicina la figura del riformatore partendo principalmente dai suoi scritti. In questo modo il lettore si accosta al pensiero del monaco agostiniano quasi senza filtri, perché p. Pani lascia che sia Lutero stesso ad avere la parola, limitandosi a spiegare il contesto storico o a parafrasare testi che altrimenti risulterebbero troppo estesi.
Il volume si divide in due parti: la prima, «Lutero eretico?», fa emergere le ragioni profonde che hanno spinto Lutero ad alzare la voce contro lo scandalo delle indulgenze: ragioni che, almeno alle origini, si fondano esclusivamente in ciò che egli aveva appreso durante il suo approfondito studio delle Scritture, specialmente della Lettera ai Romani.
Poi si affronta il falso storico dell’affissione delle 95 Tesi, mostrando, sempre con rigoroso riferimento alle fonti, che il 31 ottobre 1517 Lutero ha scritto semplicemente due lettere: una al proprio vescovo, l’altra all’arcivescovo di Magonza. Allegate a quest’ultima compaiono le 95 Tesi e un Trattato sulle indulgenze (quasi ignorato dagli storici), che costituiscono un tentativo di dibattito tra studiosi, piuttosto che un’irrevocabile presa di distanza. Nessuna plateale protesta né ribellione, ma una decisa richiesta di chiarimenti secondo lo spirito del Vangelo. La conclusione della prima parte rivela che la Chiesa non ha colto la sincerità della richiesta di Lutero e lo ha dichiarato «eretico» senza motivare «le ragioni di un provvedimento così grave» (p. 287).
La seconda parte del volume, «Lutero, un profeta?», ha un taglio più originale, poiché va oltre il semplice svolgersi degli eventi storici, offendo piuttosto il tratto più intimo – e meno studiato – del riformatore: non a caso un intero capitolo affronta il tema della sua vocazione, mostrando come essa fosse profondamente autentica. In tale contesto, emerge il dottorato di Lutero che rivela la sua passione per la verità.
Nel medesimo senso va inteso l’ultimo capitolo, che traccia forse un lato inedito di Lutero, cioè la sua devozione mariana: i protestanti si allontaneranno progressivamente dalla figura di Maria, ma questo non era nelle intenzioni del riformatore. Lo rivela il commento al Magnificat, che egli compone nel 1520, facendone un capolavoro di pietà. Proprio l’autenticità di una vocazione e la sua fede rivelano la spinta profetica di Lutero, che culmina nell’amore per la parola di Dio: la Riforma ha avuto origine dalla Bibbia.
La conclusione del volume fa il punto sulle responsabilità della Chiesa di Roma, ma anche di Lutero, per la divisione della cristianità.
L’A. riesce, in un volume piuttosto contenuto, a rispettare le promesse del titolo: non «riabilita» la figura di Lutero, ma restituisce verità storica a vicende tanto famose quanto distorte, illuminate però da una profonda spiritualità.
GIANCARLO PANI
Lutero tra eresia e profezia
Bologna, EDB, 2017, 206, € 17,50.