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Eric Berne era uno psichiatra nord-americano che, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, ha creato un sistema psicoterapeutico, denominato in un primo momento «Psichiatria Sociale» e subito dopo «Analisi Transazionale», dal momento che la transazione, nella sua definizione, è ogni interazione tra due esseri umani. La sua idea, rivoluzionaria per quei tempi, era che noi ci sviluppiamo psicologicamente e realizziamo noi stessi tramite le relazioni con gli altri, e grazie a queste possiamo anche curarci.
Per Berne, lo scopo di ciascuno di noi è l’autonomia, cioè realizzare pienamente e liberamente noi stessi, i nostri talenti, nella nostra specifica unicità. Per raggiungere l’autonomia dobbiamo coltivare innanzitutto la consapevolezza, cioè conoscerci, capire le nostre emozioni e aspirazioni, e capire anche gli altri con cui entriamo in contatto. Poi esercitare la spontaneità, cioè la capacità di scegliere liberamente i comportamenti da tenere, alla luce di ciò di cui siamo diventati consapevoli, per onorare noi stessi e le nostre aspirazioni, e infine l’intimità, cioè l’aprirci sinceramente in pensieri ed emozioni con le persone con cui desideriamo entrare in relazione.
L’intuizione di Laura Bonanni è stata quella di cogliere la consonanza tra il processo di Berne per realizzare uno strumento di cura e quello descritto quattro secoli prima da sant’Ignazio negli Esercizi spirituali: la cura della mente e quella dello spirito sembrano aver bisogno di processi simili.
Non risulta che Berne conoscesse gli Esercizi ignaziani: nato in una famiglia ebraica, pur non praticando la propria religione, ne onorava le principali festività, e non ci sono nei suoi scritti riferimenti alla letteratura cristiana. Ciò rende più interessante la somiglianza tra i due autori.
L’A. descrive i passaggi chiave degli Esercizi spirituali, mostrando che fede e conoscenza psicologica non sono in contrapposizione tra loro, ma, anzi, che consapevolezza e armonia psichica sono il presupposto per la crescita spirituale. Sottolinea anche come fosse rivoluzionario, nel XVI secolo, l’approccio psicologico ante litteram di sant’Ignazio, che utilizza le emozioni per la comprensione di sé e per la crescita spirituale.
Un altro aspetto che accomuna sant’Ignazio e la teoria di Berne è la fiducia nell’essere umano: proprio come la guida negli Esercizi spirituali ha il compito di non forzare con proposte, neanche a fin di bene, la ricerca personale dell’esercitante, così lo psichiatra nordamericano vuole che l’accompagnamento dello psicoterapeuta sia rispettoso e finalizzato alla scoperta e allo sviluppo dell’irripetibile individualità del paziente.
L’A. presenta gli aspetti essenziali della teoria e della prassi dell’Analisi Transazionale, alternando i capitoli su questo tema ad altri che introducono la figura di sant’Ignazio assieme ai contenuti e alla prassi degli Esercizi spirituali. Nei capitoli conclusivi, infine, propone un’armonizzazione e un’integrazione dei due metodi.
In conclusione, ciò che soprattutto emerge è come entrambi gli autori – sant’Ignazio e Berne – siano profondamente convinti dell’unicità, irripetibilità e valore assoluto di ciascuno di noi.