Il dolore per la tragedia degli abusi nella Chiesa, il servizio al bene comune, le prossime sfide pastorali. Il cardinale Matteo Zuppi arcivescovo di Bologna e presidente della Cei ne parla con La Civiltà Cattolica.

Intervistato dal direttore padre Nuno da Silva Goncalves, e da Simone Sereni, il porporato sottolinea che i cattolici oggi sono presenti nelle diverse forze politiche ma «il vero nodo è intendersi su cosa significhi fare politica e fare delle politiche ispirate alla Dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo assistito a una trasformazione della politica in cui è cambiato il profilo di chi fa il politico e il perché lo fa. Io spero che l’appello di papa Francesco, nell’enciclica Fratelli tutti, all’amore politico riattivi nel cuore di qualcuno la scelta di tradurre l’attenzione al prossimo, al bene comune, alla Dottrina sociale nella laicità della politica».

A proposito dei rapporti con il governo, Zuppi sottolinea che «c’è una buona interlocuzione, e su certi tavoli ottima collaborazione. Sul tema dei migranti, c’è certamente un’interlocuzione dialettica, come d’altra parte è successo anche con i governi precedenti. La richiesta è salvare le persone e creare un sistema che funzioni, che sconfigga con la legalità l’illegalità. La Chiesa non ha mai detto “dentro tutti”, così come non ha mai detto “fuori tutti”: ha detto che si devono salvare tutti e che si deve creare un sistema di accoglienza, serio, funzionante, di diritti e doveri, che richiede anche una politica europea, e l’Europa è largamente assente, purtroppo».

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