
Era considerato «un simbolo di resistenza e accompagnamento per le comunità del Chiapas, difendendo la dignità, i diritti delle persone e la costruzione della pace. Il suo impegno per la giustizia e la solidarietà lo hanno reso un punto di riferimento per coloro che desiderano un futuro senza violenza e oppressione». Viene descritto così, in un comunicato della Compagnia di Gesù del Messico, padre Marcelo Pérez, gesuita e parroco della Chiesa di Guadalupe a San Cristóbal de las Casas, ucciso da due uomini in moto il 20 ottobre 2024 dopo aver celebrato la messa nel quartiere di Cuxtitali, in Chiapas.
«Rifiutiamo ogni tentativo di minimizzare questi eventi come casi isolati – spiega la Compagnia di Gesù del Messico nella nota -. La criminalità organizzata ha diffuso paura e dolore in varie regioni del Paese e il Chiapas non fa eccezione. La violenza in questa regione riflette un problema strutturale che richiede una risposta globale e urgente da parte dello Stato».
Preoccupa la crescente ondata di violenza che sta interessando tutto il Paese. «Questa regione soffre non solo di omicidi – continua la nota -, ma anche di reclutamenti forzati, rapimenti, minacce e saccheggio delle sue risorse naturali. È essenziale che le richieste della comunità di Pantelhó siano soddisfatte e che sia rispettata la volontà delle autorità legittimamente elette dalla popolazione. La pace non sarà possibile senza l’ascolto e la risposta ai bisogni delle comunità, che da tempo lottano per la propria autonomia e sicurezza».
Già un anno fa, i gesuiti avevano condannato le violenze che attraversano il Chiapas. «Nel mezzo di questa crisi – si legge in un’altra nota dei gesuiti del settembre 2023 -, molte comunità del Chiapas si trovano ad affrontare la carenza di cibo e di servizi di base, come l’elettricità e le comunicazioni». Una denuncia che allora non intendeva «ingigantire gli atti di violenza – continuava la nota dello scorso anno -, ma piuttosto evidenziare una realtà preoccupante che ha colpito diverse località del nostro Paese, poiché la criminalità organizzata opera in gran parte del nostro territorio messicano. Questa sfida non dovrebbe essere sottovalutata perché non è un problema isolato e chiediamo risposte globali ed efficaci».