Cresce la rilevanza dell’area meridionale dell’ex-Unione Sovietica, soprattutto per le grandi riserve di idrocarburi del Mar Caspio. La cronaca esamina sinteticamente cinque Paesi dell’Asia Centrale — Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan — dopo due recenti appuntamenti elettorali. In seguito all’11 settembre 2001 gli Stati Uniti avevano accresciuto la loro presenza nella regione, ma ora la Russia ha recuperato l’influenza perduta, pure culturale. Anche la Cina è sempre più attiva nell’area, e vi si stanno affacciando con maggiore determinazione l’Unione Europea e l’Iran. L’Asia Centrale è instabile non soltanto per le pressioni competitive da parte delle potenze estere, e per il rischio dell’estensione del conflitto afghano, ma anche per motivi interni agli stessi cinque Paesi: potere politico verticistico e clientelare, diritti umani ridotti, povertà, estremismo islamico.
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UNA PANORAMICA SULL’ASIA CENTRALE
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