L’articolo riprende la tesi centrale della celebre opera di Oswald Spengler recentemente riedita: una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità. Dopo le principali reazioni della critica al tempo della sua pubblicazione, se ne discute la probabile attualità, ricordando che la fede cristiana educa a confidare in Dio, che è il solo fine ultimo di ciascun essere umano ed estende la sua provvidenza e la testimonianza della sua bontà a tutti. In ogni caso, nessuna civiltà viene distrutta dall’esterno senza essersi innanzituto essa stessa deteriorata.
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