Il rapporto tra la fede in Dio e l’esistenza del male è un problema già affrontato nel libro di Giobbe. La Teodicea di Leibniz (1710), per «giustificare» Dio creatore, afferma che egli ha scelto il migliore tra i mondi possibili. La presenza dei mali nel mondo si spiega perché la maggior parte di questi non è attribuibile a Dio ma alla libera volontà dell’uomo. Gli atei obiettano che la presenza del male e del dolore rende più ragionevole negare che ammettere l’esistenza di Dio. Alcuni contributi recenti in fatto di teodicea cercano di giustificare la bontà di Dio creatore con argomenti che si fondano su presupposti religiosi. L’Autore è professore di Storia della filosofia contemporanea all’Università Gregoriana (Roma).
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SI PUÒ ANCORA GIUSTIFICARE DIO? La teodicea di Leibniz ha 300 anni

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