Dopo aver accennato alla vita e alle opere di don Orione, l’articolo ricorda le varie fondazioni (di religiosi, suore e laici consacrati) mediante le quali egli raggiunse i poveri e malati nel corpo, e i lontani o bisognosi spiritualmente. L’articolo ricorda l’intenso lavoro durante i terremoti di Reggio Calabria e di Messina (1908) e della Marsica in Abruzzo (1915) e la rete del Piccolo Cottolengo. Viene poi descritto il grande tatto (e frutto) nell’affrontare le questioni del modernismo, della riconciliazione tra Stato e Chiesa, della riabilitazione dei sacerdoti lapsi. Il tutto con un profondo sentire Ecclesiam in Petro, da cui traeva pure un grande spirito ecumenico.
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SAN LUIGI ORIONE, UN PROTAGONISTA DEL NOVECENTO
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