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La costituzione pastorale Gaudium et spes del Concilio Vaticano II presenta una triplice singolarità: si rivolge «non più ai soli figli della Chiesa, ma a tutti gli uomini»; ha avuto una lenta e faticosa elaborazione; ha usato una metodologia induttiva, nella sua argomentazione preliminare «scrutando i segni dei tempi e interpretandoli alla luce del Vangelo». In questo articolo l’esposizione procede in due momenti: nel primo, di tipo narrativo, si ricostruisce, attraverso alcuni pronunciamenti di Giovanni XXIII e di Paolo VI, lo spirito che i due Papi hanno voluto dare al Concilio; nel secondo, di natura più sistematica, si considerano la lettera del documento e l’organizzazione interna della Gaudium et spes, soffermandosi in modo particolare sul capitolo IV della prima parte.