Pedro Arrupe, nato a Bilbao nel 1907, entrato nella Compagnia di Gesù venti anni dopo, espulso dalla Spagna con tutti i suoi compagni gesuiti nel 1932, ordinato sacerdote nel 1936, partito per il Giappone nel 1938, ivi maestro dei novizi prima di diventare viceprovinciale e poi provinciale della provincia giapponese, fino alla sua elezione, il 22 maggio 1965, a superiore generale della Compagnia di Gesù, sostituito infine nel 1983 in seguito a una trombosi cerebrale subita il 7 agosto 1981, è stato chiamato alla casa del Padre il 5 febbraio 1991, vigilia della memoria dei martiri giapponesi.
Al termine di una vita
Le scarne indicazioni che precedono forniscono il quadro esterno della vita di un uomo: un sacerdote conosciuto e amato da tanti, di cui molti hanno apprezzato la grandezza d’animo, lo spirito di fede, il senso profondamente religioso, penetrato da un amore vivo per Dio e per i fratelli, carico di una speranza che niente poteva distruggere né sminuire.
La valutazione del governo svolto dal p. Arrupe negli anni insieme ricchi e difficili del postconcilio è stata e sarà controversa. Da una parte, si dirà che il p. Arrupe optò chiaramente per un governo in cui le motivazioni spirituali e il rispetto per la persona avevano un posto prioritario; forse a questo tipo di governo lo portava anche la sua sensibilità e il suo temperamento. Dall’altra parte, si obietterà che questa opzione rese il suo governo troppo debole. Si riconoscerà che, persona «carismatica», Pedro Arrupe era meno dotato per l’organizzazione e l’amministrazione, anche se la sua enorme capacità di lavoro gli permise sempre di far fronte, con l’aiuto dei suoi collaboratori, alle esigenze pesanti del suo incarico. Prescinderemo qui dal tipo di governo svolto dal p. Arrupe, per soffermarci esclusivamente sulla sua testimonianza religiosa e spirituale, offerta sia nella propria vita sia nella sua riflessione. Qui infatti c’è meno controversia; e, se ne esce un ritratto molto positivo, è anche perché, tra le persone che conobbero direttamente Pedro Arrupe, difficilmente si troverebbe chi metta in questione le sue virtù personali.
Ora, per evocare brevemente la sua personalità spirituale, ci sembra di poter fare riferimento ai tratti che vengono indicati all’inizio della Formula Instituti, in cui è stata definita nella sua più precisa essenza la vocazione della Compagnia di Gesù; questi tratti possono dunque considerarsi come particolarmente determinanti per una vita gesuitica vissuta nell’autenticità della propria vocazione[1].
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