L’articolo esamina l’occupazione di Trieste da parte dei soldati di Tito e dei partigiani comunisti nel maggio-giugno 1945. La vicenda, ricostruita sulla base di una documentazione inedita, racconta la durezza e crudeltà di quell’occupazione militare, che fu tutt’altro che liberatrice e apportatrice di pace e sicurezza come lasciava credere in quei giorni la stampa comunista internazionale. L’articolo, inoltre, denuncia la «complicità passiva» degli alleati anglo-americani nei confronti dei massacri epurativi anti-italiani perpetrati dai titini. Per motivi politici e diplomatici, essi infatti non frenarono quei massacri e non imposero a Tito ciò che era stato già attuato nelle altre parti dell’Italia liberata. L’obiettività storica impone che nulla venga taciuto, come invece è purtroppo accaduto, sulle responsabilità, anche indirette, che hanno reso possibile uno dei fatti più tristi della nostra storia nazionale.
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L’OCCUPAZIONE DI TRIESTE E IL COSIDDETTO «GENOCIDIO DEGLI ITALIANI»

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