Il recente viaggio di Giovanni Paolo II in Armenia1 ha riportato ancora una volta in primo piano davanti all’opinione pubblica mondiale il problema dell’Armenia e, in particolare, quello dello sterminio di un milione e mezzo di armeni, perpetrato dal Governo dei Giovani Turchi (1908-18) durante la prima guerra mondiale. Questo, come hanno ricordato il Catholicos degli armeni e il Papa nella Dichiarazione Comune, è generalmente considerato come il primo genocidio del XX secolo; purtroppo esso fu per lunghi anni dimenticato, negato o disconosciuto da molti Stati, per motivi eminentemente economici, diplomatici e politici. Soltanto negli ultimi decenni e grazie a nuovi studi storici, condotti con metodo critico e lontani da preoccupazioni di carattere ideologico, il mondo ha potuto conoscere, in tutto il suo orrore, la verità storica su questo «genocidio dimenticato», che fu soltanto il primo di altri che, purtroppo, si sarebbero poi consumati nel secolo appena concluso. Per riparare tale «dimenticanza» le maggiori istituzioni pubbliche internazionali (ONU, Parlamento europeo ecc.) e anche di alcuni Stati occidentali (l’Assemblea Nazionale francese, il Senato belga, la Camera dei Deputati italiana, la Duma russa, 9 Stati degli USA, i Parlamenti di Bulgaria, Grecia, Libano ecc.) hanno ritenuto opportuno, come segno di riparazione storica, riconoscere pubblicamente e ufficialmente il carattere di «genocidio» allo sterminio degli armeni perpetrato durante la «grande guerra».
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LO STERMINIO DEGLI ARMENI
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