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I recenti orrori compiuti dall’Isis in nome della guerra santa e la nuova tattica adottata dai terroristi del presunto califfato — che sintetizziamo nella tattica della spettacolarizzazione della violenza — fanno pensare a una nuova stagione della lotta jihadista. Questa violenza generalizzata costringerà l’Occidente e gran parte del mondo islamico (che non riconosce le pretese di al-Baghdadi), come è avvenuto dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, a combattere con determinazione il presunto «califfato», anche attraverso l’invio in quelle regioni, su richiesta dell’Onu (per non commettere gli errori del passato), di forze di terra, e a costo di limitare i diritti delle persone nei Paesi occidentali. Il che è in sé cosa non buona e neppure auspicabile, ma forse necessaria per evitare mali maggiori.