Come è possibile un incontro tra cristiani e musulmani? Questa è forse una delle questioni più discusse già da molti anni. È sempre favorita da circostanze concrete: per esempio, dal fatto che nei Paesi arabi i soldati americani ed europei sono stati considerati gli eredi dei crociati, e che, viceversa, nei Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale i giovani musulmani sono stati visti come maschilisti e violenti. In altri termini, in entrambi i casi l’altro viene percepito come un corpo estraneo portatore di violenza e di conflitto. Basti pensare, per quanto riguarda il 2023, al dibattito sul rogo del Corano in Svezia e alla violenza nelle piscine all’aperto a Berlino; e di esempi del genere se ne potrebbero citare a iosa.
Edward Said (1935-2003), teorico letterario statunitense di origine palestinese, nel suo libro Orientalismo (1978), divenuto ormai un classico, fa notare, da una prospettiva non occidentale, che questo incontro conflittuale e complesso era avvenuto già da molto tempo, ma si intensificò soprattutto intorno al 1800 e diede origine a un grande interesse occidentale per l’Oriente[1]. Anche se Said in questo caso pensa in particolare alla Francia, alla Gran Bretagna e agli Usa, senza l’incontro tra Occidente e Oriente non si
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