Venerdì 22 luglio 2011 la Norvegia è stata sconvolta da un doppio attentato, con 77 morti e 96 feriti. Alle 15,26 otto persone hanno perso la vita per l’esplosione di un’autobomba davanti agli uffici governativi di Oslo. L’attentatore, travestito da poliziotto, meno di due ore dopo, era sull’isoletta di Utoya, a 40 km dalla capitale. Qui, con un fucile semiautomatico e una pistola, ha ucciso altre 69 persone, la maggior parte delle quali ventenni. Partecipavano al campus estivo annuale dei giovani laburisti. Alle 18,27 il «mostro», Anders Behring Breivik, norvegese di 32 anni, ha cessato di sparare quando è stato arrestato. Sembra che sia «un paranoico» con idee di estrema destra anti-islamica. La cronaca riprende il dibattito sul manifesto ideologico dell’attentatore e sul presentarsi come crociato e cristiano.
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LE STRAGI DI OSLO E UTOYA
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