L’articolo tratta un tema che attraversa tutta la recente enciclica di Benedetto XVI. La tecnoscienza è considerata nella sua natura, nei suoi effetti, nella sua applicabilità pratica. Si afferma la necessità che sia tenuta nei confini della concezione dell’uomo, essere orientato alla trascendenza, e della legge morale, senza pretendere di essere il criterio unico per l’una e per l’altra. Si accenna ad alcuni gravi pericoli per l’umanità che potrebbero derivare specialmente dall’uso di metodi messi a punto dalla biomedicina e del tutto autonomi dalla legge morale. Si può affermare che, attratta dal puro fare tecnico, la ragione senza la fede è destinata a perdersi nell’illusione della propria onnipotenza.
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L’AMBIVALENZA DELLA TECNICA NELL’ENCICLICA «CARITAS IN VERITATE»
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