L’Alleanza Progressista Unita al fianco del primo ministro Manmohan Singh ha vinto le elezioni per la Camera bassa indiana. Il Congress, che ha guidato 60 anni di lotte per l’indipendenza dall’Impero britannico e ha poi dominato la vita politica del Paese con la dinastia Nehru-Gandhi, è tornato ai numeri del 1991. I vescovi cattolici indiani hanno letto nell’esito elettorale una risposta alla cultura dell’odio animato dal fondamentalismo religioso. La priorità immediata del secondo Esecutivo a guida Singh è il ridimensionamento delle conseguenze della recessione mondiale. Intanto gli Stati Uniti hanno bisogno dell’India per gestire la guerra contro i talebani in Afghanistan e in Pakistan; per questo premono affinché ripartano i colloqui di pace tra Nuova Delhi e Islamabad.
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LA VITTORIA DEL PARTITO DEL CONGRESSO IN INDIA
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