La Nota osserva quanto si parli oggi di infanzia e giovinezza e si taccia sulla vecchiaia. Questa invero ha caratteristiche scarsamente simpatiche, che qui sono descritte come le vide e le interpretò Leopardi nello Zibaldone. Ma, oltre alle debolezze dell’età e ai difetti della senescenza, c’è anche una bellezza, quasi una poesia, dei vecchi, che brilla particolarmente in coloro nei quali la virtù accompagna la decadenza fisica. La riluttanza a lasciare questa vita non può eliminare le cose che furono ombre di un bene eterno, e pertanto il tramonto dell’uomo di fede si illumina di una speranza che sa di immortalità.
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