Quanto è avvenuto il 26 dicembre dello scorso anno nel Sud-Est asiatico ha profondamente scosso il mondo intero. L’editoriale cerca di rispondere alla domanda che molti si sono posti: «Come Dio, che è buono e giusto, ha potuto permettere una simile sciagura, che ha colpito soprattutto poveri e bambini innocenti?». Tale disastro non è una punizione di Dio per i peccati degli uomini, ma è un evento che si è svolto secondo le leggi della natura. Sarebbe però un errore pensare che dinanzi alle catastrofi Dio sia indifferente o assente. Egli è vicino ad ogni persona che soffre e che muore e, nella sua provvidenza, sa ricavare dai mali che gli uomini soffrono il bene per loro. Rimangono fermi alcuni richiami alla coscienza del nostro tempo: il primo è la sottolineatura della condizione di precarietà in cui si svolge la vita umana; poi c’è il richiamo alla solidarietà, che deve durare nel tempo, perché la ricostruzione sarà la lunga e costosa.
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LA TRAGEDIA DEL SUD-EST ASIATICO

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