Lo scorso luglio è stata approvata definitivamente dalla Camera la riforma dell’ordinamento giudiziario. Al concorso per accedere in magistratura d’ora in poi non sarà più sufficiente la sola laurea in giurisprudenza, ma sarà necessaria anche una specializzazione. Viene poi istituita la nuova Scuola superiore della magistratura destinata alla formazione e all’aggiornamento dei magistrati. L’art. 10 afferma che «i magistrati ordinari sono distinti secondo le funzioni esercitate»: si è quindi esclusa la netta separazione tra pubblici ministeri e organi giudicanti. Una novità assoluta è la valutazione della professionalità di ogni magistrato che ogni quattro anni deve compiere il Csm, e nel caso di un duplice giudizio negativo il soggetto esaminato viene escluso dall’ordine giudiziario. Il testo approvato ha il merito di aver posto la parola «fine» allo scontro tra potere legislativo e potere giudiziario che ha caratterizzato il periodo della discussione e dell’approvazione della riforma «Castelli».
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LA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO GIUDIZIARIO

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