La precettazione civile degli ebrei a scopo di lavoro fu disposta dal Governo fascista con una serie di provvedimenti emanati nel maggio-agosto 1942, ulteriormente inaspriti nel giugno 1943. Tali provvedimenti ebbero sostanzialmente carattere sia punitivo nei confronti dei precettati, sia propagandistico riguardo alla collettività nazionale, nella quale, nonostante la guerra, si voleva rimanesse sempre desta la questione razziale. Dalla documentazione di parte ecclesiastica risulta che la Santa Sede non rimase certamente inattiva, come si è detto, nei confronti dei provvedimenti che il Governo adottava contro gli ebrei. Di fatto essa attivò la sua «diplomazia domestica» per ottenere dall’autorità pubblica concessioni nei confronti degli ebrei battezzati.
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LA PRECETTAZIONE DEGLI EBREI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE
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