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Le categorie dell’umanesimo europeo, che hanno posto la persona al centro dell’agire politico, non sono più una condizione «pre-politica» accolta dalle forze politiche. Temi come l’inizio e la fine della vita sono disciplinati a colpi di sentenze della magistratura, mentre il Parlamento non riesce a trovare argomentazioni e soluzioni condivise. A provocare la classe politica è l’antropologia del postumanesimo, secondo cui la tecnologia, più che la scienza, ha distrutto l’idea di una natura immutabile dell’uomo, rendendo l’uomo un essere malleabile, modificabile. La Chiesa, per rispondere a domande sul senso della vita nell’era postumana, invita a «rifondare i valori» tra credenti e non credenti per governare la tecnica e tutelare la persona.