L’uomo della postmodernità, perduti gli orizzonti di riferimento e le sicurezze che ne derivano, è malato di malinconia e di nostalgia ed è tentato di indifferenza e di noia. L’articolo parte da questo dato di fatto, passa sinteticamente in rassegna il doppio rapporto malinconia-depressione e malinconia-nostalgia, si sofferma sulla particolare malinconia che accompagna ogni trapasso epocale e conclude delineando il senso cristiano della malinconia. Questa, secondo Guardini, è «l’inquietudine dell’uomo che avverte la vicinanza dell’infinito». Tale apertura a ciò che è eterno, superando il dolore presente, permette di distinguere una malinconia buona da una malinconia cattiva.
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LA MALINCONIA NEL TEMPO DELLA POSTMODERNITÀ

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