Il 13 ottobre dello scorso anno il nuovo premier greco, G. Papandreou, raddoppiava la stima del deficit di bilancio per il 2009. Si scopriva, così, che Atene manipolava i conti pubblici da anni e aveva una spesa pubblica fuori controllo. Si teme che lo Stato ellenico non sia capace di rimborsare i suoi debiti in scadenza, salvo offrire ai mercati tassi di interessi insostenibili per la finanza pubblica. L’Unione Europea in due Consigli, a febbraio e a marzo, si è impegnata con formulazioni evasive a impedire che la Grecia fallisca, se Atene attuerà un efficace piano anti-deficit. La Germania, alla vigilia di un appuntamento elettorale, è stata particolarmente severa nei confronti di Atene. L’11 aprile i ministri dell’Eurogruppo hanno deciso di mettere a disposizione della Grecia 30 miliardi di euro con un tasso del 5%.
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LA CRISI DEL DEBITO GRECO E DELL’EURO
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