Con il Messaggio per la 45a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali il Pontefice prosegue le sue riflessioni sull’era digitale già avviate nei suoi messaggi precedenti. Suo interesse principale è che la comunicazione e le sue tecnologie siano sempre riferite all’uomo come a suo centro e a suo vertice in maniera da «contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità e di unità che rimane l’aspirazione più profonda dell’essere umano». In particolare, notando che al tempo delle «reti partecipative» l’uomo è sempre implicato direttamente in ciò che comunica, il Papa invita i credenti a un’autenticità di vita molto impegnativa: «Quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali». I cristiani in Rete sono chiamati dunque a una testimonianza che tocca scelte, preferenze, giudizi, anche quando non si parla del Vangelo in maniera esplicita.