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Attualità

Israele attacca «Hezbollah» in Libano

Giovanni Sale

2 Novembre 2024

Quaderno 4185

Unifil peacekeeper nel sud del Libano (Foto: Unifil)

Il temuto secondo fronte, quello di Hezbollah in Libano, nella guerra tra Israele e Hamas, alla fine è esploso: tutto è iniziato prima con l’inusuale deflagrazione di molti cercapersone (pager), per poi tradursi in un massiccio e continuo attacco da parte dell’aviazione israeliana sulle installazioni militari di Hezbollah, fino a un’«invasione limitata» del Libano. Inoltre, si è anche aperto un nuovo fronte, ancora più insidioso, quello iraniano. Teheran ha voluto vendicare l’uccisione del capo di Hezbollah, lanciando in territorio israeliano missili balistici. Il governo di Tel Aviv ha già annunciato che ci sarà una forte reazione, e ciò potrebbe provocare un allargamento del conflitto a tutto il Medio Oriente.

L’operazione, come si diceva, iniziata il 17 settembre con l’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone usati dai membri della milizia, ha ucciso 39 persone (tra cui quattro bambini), ne ha ferite migliaia e ha creato scompiglio nelle reti di comunicazione del movimento[1]. Il giorno successivo, centinaia di walkie-talkie sono stati fatti esplodere allo stesso modo, uccidendo e ferendo altre decine di persone, sia appartenenti al movimento Hezbollah sia civili che si trovavano nelle vicinanze[2]. Questo è accaduto in vari luoghi, nelle case, nei mercati, nelle piazze, creando panico tra la gente. E ciò non soltanto in Libano, ma anche in Siria, dove si trovavano membri dell’organizzazione. Il blitz è iniziato dopo che a Gaza la situazione si era in qualche modo stabilizzata (sebbene con un costo umano altissimo), anche se non si è ancora raggiunto un accordo per il cessate il fuoco e gli ostaggi israeliani sono ancora in mano ad Hamas. Ma con gli ultimi omicidi mirati dei membri dell’organizzazione terroristica e con il predominio sul Corridoio Filadelfia, gli israeliani pensano di tenere sotto controllo sia le persone sia il territorio. Un ulteriore e chissà decisivo colpo è stato l’uccisione a Gaza, il 17 ottobre, del leader di Hamas, Yahya Sinwar, da parte di una pattuglia isrealiana. Benché Hamas abbia dichiarato di voler continuare la lotta e di non rilasciare gli ostaggi, la morte di Sinwar potrà aprire delle prospettive di un accordo per il cessate il fuoco.

La situazione sul confine libanese, a causa del continuo lancio di razzi da parte di Hezbollah in territorio israeliano (con gittata sempre più ampia), dopo i tragici eventi del 7 ottobre 2023, era divenuta sempre più pericolosa e insostenibile per gli israeliani che vivevano sulle frontiere e in Galilea. Più

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Israele attacca «Hezbollah» in Libano

Giovanni Sale

Scrittore de La Civiltà Cattolica


2 Novembre 2024

Quaderno 4185

  • pag. 247 - 261
  • Anno 2024
  • Volume IV

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