Il libro è un oggetto peculiare: è se stesso solamente se entra in relazione con un lettore. Se questo non accade, si trasforma in un soprammobile. All’interno di una libreria o di una biblioteca c’è dunque un universo di mondi virtuali: storie, idee, paesaggi, personaggi in attesa di essere conosciuti. Il libro è in se stesso una porta di ingresso attraverso la quale io penso i pensieri di un altro, ma li penso come miei. Questo processo avviene nel tempo e combina ricordi e aspettative che coinvolgono sia la coscienza del lettore sia la trama del testo. Per un lettore credente il compimento della sua trama è sempre, in realtà, «incompiuto», perché per lui non esiste nessuna opera omnia, almeno fino a che l’intero universo non sarà in se stesso tale.
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IL VOLTO DEL LIBRO. Tra «giudizio critico» e «giudizio universale»

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