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ABSTRACT – La deriva della crisi venezuelana nella prima parte del 2017 è tale da lasciar presagire ulteriori eventi drammatici, oltre a quelli di cui tutta l’opinione pubblica mondiale è già venuta a conoscenza. Una data chiave è stata certamente quella del 30 luglio, con l’istituzione – in violazione delle norme costituzionali venezuelane e contro la volontà della maggioranza della popolazione – dell’Assemblea nazionale costituente (Anc). In questo modo si è trovata una soluzione formale per concretizzare l’esautorazione del Parlamento avvenuta «de facto» già nel gennaio del 2016.
Le sentenze del Tribunale supremo di giustizia e le conseguenti elezioni della Anc hanno scatenato una serie di proteste, nonché dissidi nello stesso gruppo al governo, con significativi segnali di rottura all’interno della struttura del «chavismo». In diverse città del Venezuela ha avuto inizio una sorta di sollevazione popolare, che si è tradotta in cortei, scioperi e barricate, contro cui si è scagliata la repressione del governo.
A questo punto, se gli attori politici, in particolare il governo venezuelano, non cambieranno condotta, la situazione è destinata ad aggravarsi. Nonostante vari tentativi di mediazione, in particolare da parte della Santa Sede, il governo in carica non sembra infatti orientato a rinunciare a un modello di regime sempre più autoritario, mentre il Paese sprofonda in una palude di povertà e di violenza.
Mentre la crisi politica è in pieno svolgimento, e trova una comunità internazionale apparentemente paralizzata e divisa, la situazione è infatti drammatica anche sul piano umanitario. Gli alimenti e le medicine essenziali sono difficilmente reperibili. Una famiglia di cinque persone ha bisogno in media di una cifra almeno sei volte maggiore di quella disponibile per coprire le sole esigenze basilari di alimentazione, senza contare altre spese come i trasporti e l’abitazione. La denutrizione infantile sta toccando livelli critici. Intanto, c’è stata una crescita allarmante di malattie endemiche che erano sotto controllo già dalla metà del XX secolo.
Attraverso i suoi vari organismi, la Chiesa cattolica ha avuto un ruolo operativo importante e ha accompagnato il popolo in questo suo calvario. La Conferenza episcopale venezuelana (Cev) ha fatto più volte dichiarazioni forti, cercando di accompagnare il conflitto venezuelano con chiarezza, ma senza alimentare in alcun modo la violenza, che non è un’opzione possibile. D’altra parte, i cittadini hanno il diritto di manifestare il proprio disaccordo, di decidere il loro destino in modo democratico; e hanno il diritto che tutte le voci sul campo vengano rappresentate in proporzione al loro peso elettorale. Sono questi i princìpi che devono guidare una soluzione negoziata della crisi.