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In attesa di vedere 12 anni schiavo, terzo lungometraggio di Steve McQueen, che si annuncia come uno degli eventi più importanti dell’attuale stagione cinematografica, vale la pena di ricordare le due tappe precedenti dell’itinerario di questo autore, britannico di pelle nera, che proviene dalla video-arte. Si tratta di Hunger, opera potente, realizzata nel 2008, dedicata al sacrificio di Bobby Sands, uno dei capi dell’Ira, che nel 1981 ha portato fino alle estreme conseguenze lo sciopero della fame nel carcere di Long Kesh a Belfast, dove era detenuto assieme ad altri compagni di lotta. Il secondo film, Shame (2011), è ambientato a New York e parla di un caso di sessodipendenza. Entrambi i film hanno come protagonista l’attore Michael Fassbender, il quale interpreta con efficacia i ruoli di due prigionieri: uno rinchiuso in un carcere, l’altro vittima di un’ossessione che non gli lascia un attimo di libertà.