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Chiesa e spiritualità

«Gestis verbisque»: le parole e le azioni dei sacramenti

Anthony R. Lusvardi

4 Maggio 2024

Quaderno 4173

Un battesimo (Unsplash/Josh Applegate)

Che cos’è il battesimo? Così spiegava sant’Agostino ai fedeli in un’omelia: «Lavacro di acqua accompagnato dalla parola. Togli l’acqua, non c’è battesimo. Togli la parola, non c’è battesimo»[1]. Queste parole si ritrovano pari pari in codici risalenti all’epoca di Carlo Magno, dedicati all’istruzione del clero[2]. In sostanza, nei primi secoli le istruzioni sul modo di battezzare lasciavano pochi dubbi.

Il rito del battesimo stupisce tanto per la sua semplicità quanto per il suo potere. Richiede solo il più basilare degli elementi terreni – l’acqua – e una frase che riecheggia le parole di Gesù (cfr Mt 28,19). Eppure questo semplice rito significa morte e insieme rinascita: battezzati in obbedienza al comando di Gesù, i cristiani partecipano al suo mistero pasquale e alla vita eterna che esso dischiude (cfr Rm 6,3-5; Gv 3,5). Il battesimo promette qualcosa che va ben oltre ciò che può procurare il potere umano.

Sebbene la fede cristiana nel battesimo esistesse già prima che il Nuovo Testamento assumesse la forma scritta, da allora la teologia è diventata notevolmente più complessa. Se Gestis verbisque (GV), la Nota diffusa dal Dicastero per la dottrina della fede (Ddf) il 2 febbraio 2024, si addentra nelle complessità della teologia sacramentale, lo fa per affermare qualcosa di primordiale. La Nota è insolitamente energica e diretta, perché la posta in gioco è fondamentale: la natura dei sacramenti e il loro ruolo nella salvezza. Per apprezzare appieno il significato di questa Nota dobbiamo innanzitutto esaminare gli eventi che l’hanno provocata e il loro contesto teologico.

Il contesto: un’ondata di battesimi invalidi

Lo scopo esplicito di Gestis verbisque è aiutare i vescovi a garantire la validità della celebrazione dei sacramenti[3]. Nella Presentazione del cardinale Víctor Fernández, prefetto del Ddf, si spiega che la preoccupazione del Dicastero nasce da una serie di casi portati alla sua attenzione negli ultimi anni, in cui i ministri avevano alterato il rito del battesimo a tal punto da renderlo «invalido».

Il termine può sembrare tecnico, ma il suo significato è semplice. Il battesimo ha alcune caratteristiche fondamentali che lo distinguono da altre attività umane e anche da altri riti religiosi. Recitare una preghiera bruciando incenso è una legittima espressione religiosa, ma non è un battesimo. Un battesimo valido è quello che soddisfa la definizione fondamentale di ciò che è un battesimo.

Nel 2020 all’attenzione dell’allora Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) era stato portato un caso problematico. Un prete

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«Gestis verbisque»: le parole e le azioni dei sacramenti

Anthony R. Lusvardi

Insegna Teologia sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana.


4 Maggio 2024

Quaderno 4173

  • pag. 264 - 276
  • Anno 2024
  • Volume II

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Liturgia Sacramenti Teologia

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