fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. Quaderni
  3. Quaderno 3679
  4. LOST IN LA MANCHA
Cultura e società

LOST IN LA MANCHA

Virgilio Fantuzzi

4 Ottobre 2003

Quaderno 3679

a cura di V. FANTUZZI

Lost in La Mancha (Gran Bretagna, 2001). Registi: KEITH FULTON – LOUIS PEPE. Documentario.

Il regista cinematografico inglese Terry Gilliam non è nuovo a imprese donchisciottesche. Nel 1989 lo si vide giungere baldanzoso a Cinecittà, occupare il teatro 5, che era il «regno» di Fellini e mettere insieme una squadra composta dai collaboratori più fidati dell’autore de La dolce vita e Amarcord (Giuseppe Rotunno come direttore della fotografia e Dante Ferretti come scenografo, oltre a Gabriella Pescucci come costumista), per dar vita a un progetto che aveva per titolo Le avventure del Barone di Münchhausen. Gilliam ignorava il metodo di lavoro di Fellini, che consisteva nel mettersi ogni mattina attorno a un tavolo con i suoi collaboratori per affrontare e risolvere con umiltà uno per uno gli innumerevoli problemi che la realizzazione di ogni scena comporta. Il film fu un fiasco clamoroso.

Qualche tempo fa, dopo averci pensato per più di dieci anni, Gilliam ha messo in piedi un altro progetto non meno ambizioso. Si trattava della traduzione in immagini cinematografiche di uno dei capolavori della letteratura universale: Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Il film, che si ispirava liberalmente al libro e giocava su diversi piani cronologici, avrebbe dovuto intitolarsi L’uomo che uccise don Chisciotte. Fu annunciato come la più costosa impresa cinematografica realizzata in Europa. La lavorazione iniziò nel settembre del 2000. Gilliam invitò a Madrid, dove avrebbero dovuto svolgersi le riprese, due amici (Keith Fulton e Louis Pepe) ai quali affidò il compito di girare un «dietro le quinte» del film. I due si trovarono a registrare un tale numero di inconvenienti che il loro documentario, di cui ci occupiamo, è diventato un film a sé stante, non meno spettacolare di quanto sarebbe stato il film di Gilliam qualora la sfortuna non si fosse accanita nel mandare all’aria il progetto.

Il teatro di posa all’interno del quale avrebbero dovuto svolgersi le riprese «sonore», affittato dalla produzione senza aver fatto un sopraluogo, risulta essere una cassa di risonanza dove ogni minimo brusio si trasforma in rumore assordante. Nulla di grave, per il momento, dato che gli attori che dovrebbero interpretare i ruoli principali del film (Jean Rochefort nei panni di Don Chisciotte, Johnny Depp e Vanessa Paradis in quelli di Sancho Panza e Dulcinea del Toboso) sono presi da altri impegni, né si sa come e quando si riuscirà a far coincidere la loro presenza sul set. Dopo l’arrivo degli interpreti dei ruoli maschili, le riprese hanno inizio all’aperto, su un terreno arido, ai piedi di una catena montuosa, sotto il sole a picco. Rochefort, vestito e truccato da hidalgo, viene fatto salire non senza fatica in groppa a Ronzinante, un cavallo tenuto a dieta per far sì che sui suoi fianchi si possano contare tutte le costole. Ci si accorge allora che il luogo scelto per le riprese si trova nei pressi di una zona militare sorvolata in continuazione dagli F16 dell’aviazione spagnola. Non si riesce a capire una sola parola dei dialoghi. Dense nubi (nel senso proprio e in quello figurato) si addensano nel cielo che sovrasta la troupe. Ben presto si scatena un temporale che, in men che non si dica, cede il posto a un autentico nubifragio. Il terreno sul quale i cineasti si sono accampati altro non è che il greto di un torrente, che si riempie ben presto di acque limacciose che scendono a precipizio dalla montagna travolgendo tutto ciò che si trova sul loro percoso.

L’indomani, mentre le condizioni meteorologiche permangono incerte, si tenta di fare un bilancio dei danni. Qualche inquadratura era stata girata prima della pioggia torrenziale, ma adesso il terreno, inzuppato d’acqua, ha cambiato colore. Il peggio deve ancora venire. Rochefort, che alla sua età (perfetta per il ruolo di Don Chisciotte) comincia ad accusare qualche disturbo alla prostata, incontra difficoltà nel salire in groppa a Ronzinante. L’attore deve rientrare a Parigi per un controllo medico. Dopo accurate analisi si saprà che, oltre alla prostata, soffre di una doppia ernia al disco. Le riprese vengono sospese e, anche a causa di altri inconvenienti, si decide di chiudere baracca e bu-rattini affidando la liquidazione dell’impresa fallimentare agli agenti delle assicurazioni assistiti dai loro consulenti giuridici. Tra lo sconcerto generale, l’unico a mantenere la calma è il regista. Sembra quasi che un oscuro presentimento lo abbia messo con largo anticipo sull’avviso che nel conflitto tra sogno e realtà, che si sarebbe inevitabilmente scatenato, la realtà (rappresentata nel film dai mulini a vento) avrebbe finito con il prevalere.

Paragonare Terry Gilliam a Don Chisciotte, come facevamo all’inizio, è fin troppo facile, ma in questo film, che aiuta a riflettere sul cinema, il mestiere stesso del cineasta viene descritto come una lotta contro i mulini a vento. Il cinema manipola la realtà, la modifica, la rielabora per portarla al livello dei sogni. Per compiere con successo un’attività di questo genere, il regista deve credere fermamente in quello che fa. Deve vedere giganti là dove gli altri non vedono che mulini. Deve convincere gli scettici che il suo punto di vista è quello giusto. La sua operazione potrà dirsi felicemente conclusa solo quando, a opera finita, riuscirà a coinvolgere in un rapporto di complicità non solo chi vede il film, ma anche chi ne scrive.

Non è disponibile la versione digitale di questo articolo, è possibile leggerlo solo nella versione cartacea o e-book


Acquista il quaderno Abbonati Sfoglia il quaderno
LOST IN LA MANCHA

Virgilio Fantuzzi

Già scrittore de "La Civiltà Cattolica" (1937 - 2019).


4 Ottobre 2003

Quaderno 3679

  • pag. 103
  • Anno 2003
  • Volume IV

Commenta e condividi
Stampa l'articolo

Si parla di:

Cinema

Dallo stesso Quaderno

I DELITTI CONTRO GLI ANIMALI

L’editoriale si sofferma su una proposta di legge, già approvata dalla Camera, che introduce nel Codice penale un nuovo titolo...

4 Ottobre 2003 Leggi

LA MANCATA VISITA DI HITLER IN VATICANO

La recente apertura degli archivi delle Nunziature di Monaco e di Berlino (1922-39) ci consente di ricostruire in sede storica...

4 Ottobre 2003 Leggi

IL DIBATTITO SULL’EUROPA E IL CRISTIANESIMO NELLA STAMPA ITALIANA

L’articolo discute le ragioni con le quali la stampa quotidiana italiana ha preso posizione sul dibattito intorno alle radici cristiane...

4 Ottobre 2003 Leggi

«IL PICCOLO UOMO DALLO SGUARDO DI FUOCO». «La storia di San Paolo» di Jan Dobraczynski

Il narratore polacco è tra i più noti e fecondi del suo Paese. Alcune sue opere sono ritenute esemplari per...

4 Ottobre 2003 Leggi

GIUSEPPE VERDI

Al centenario della morte di Giuseppe Verdi (2000) è seguito quello della Casa di riposo per musicisti da lui voluta....

4 Ottobre 2003 Leggi

UNA TESTIMONIANZA SUL LAVORO DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

In questo intervento, tenuto al Convegno per il centenario della Pontificia Commissione Biblica, l’Autore, professore emerito all’Istituto Biblico, ricorda la...

4 Ottobre 2003 Leggi

LA TERZA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II IN SLOVACCHIA

Il 102° viaggio pastorale fuori d’Italia, compiuto da Giovanni Paolo II nel settembre 2003, ha avuto come meta la Repubblica...

4 Ottobre 2003 Leggi

SCIENZA E TECNOLOGIA: SPERANZE E TIMORI

In preparazione alla 44a Settimana Sociale dei cattolici italiani si è svolto a Firenze un Seminario preparatorio su «Scienza e...

4 Ottobre 2003 Leggi

LA CONFERENZA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO A CANCUN

Si è svolta nel settembre 2003 a Cancun (Messico) la periodica Conferenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Purtroppo non si è...

4 Ottobre 2003 Leggi

ABBONATI

Dal 1850, la rivista internazionale dei gesuiti. Scegli l’abbonamento che preferisci: carta + digitale o solo digitale.

Scopri di più

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2022: € 287.619,29

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.