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I migranti forzati rischiano di diventare il capro espiatorio in una situazione in cui l’opinione pubblica e le istituzioni sono accomunate da un desiderio spasmodico di controllo.
Questo finisce per mettere in secondo piano il fatto che i rifugiati sono le prime vittime del terrorismo, uomini e donne costretti a scappare da conflitti interminabili, alimentati da interessi di cui essi spesso sono ignare vittime, uomini e donne in cerca di pace per sé e per le proprie famiglie, desiderosi di potersi sentire accolti in terra straniera. Occorre allora costruire una casa comune in pace.