Giuseppe Dossetti morì il 15 dicembre 1996 a Monteveglio, una delle sedi della comunità monastica da lui fondata e fu sepolto nel piccolo cimitero di Casaglia di Monte Sole, dove avvenne il noto eccidio nazista di Marzabotto. Egli, che era nato a Genova nel 1913, fu un uomo di Chiesa straordinariamente attento ai valori spirituali, improntati alla meditazione della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa, e ai processi di cambiamento della società civile, vero apostolo di un cristianesimo incarnato nella storia. Ma fu anche, negli anni del dopoguerra, un uomo politico di prima grandezza, il quale svolse nella Democrazia Cristiana di De Gasperi, in quegli anni presidente del Consiglio, compiti di responsabilità, sebbene i suoi rapporti con il leader trentino fossero spesso segnati da conflitti di carattere politico, improntati però a reciproco rispetto e, in ogni caso, a grande rigore intellettuale e morale. Com’è noto, egli fu uno dei maggiori protagonisti e artefici della Costituzione repubblicana; successivamente fu, oltre che deputato, anche membro della direzione centrale e, se pure per breve tempo — agli inizi degli anni Cinquanta abbandonò la vita pubblica e la politica per diventare sacerdote e monaco[1] —, vicesegretario della Democrazia Cristiana.
Il decennale della morte di Dossetti è stato ricordato con significative manifestazioni culturali, convegni, corsi di studio, lezioni ecc., organizzate da diverse istituzioni del mondo laico, accademico ed ecclesiastico[2]. In questo articolo si cerca di ripercorrere una delle vicende che lo videro protagonista principale, quella cioè relativa alla scrittura dell’art. 7 della Costituzione, sui rapporti tra Stato e Chiesa in Italia. Su tale aspetto in sede storica, nonostante i pregevoli studi finora prodotti[3], non si è ancora fatta pienamente luce. Nella ricostruzione della vicenda faremo riferimento a una documentazione di parte ecclesiastica, finora poco conosciuta o in alcuni casi inedita.
La discussione sui rapporti tra Stato e Chiesa
Il 21 novembre 1946 iniziava nella prima Sottocommissione[4] la discussione sullo «Stato come ordinamento giuridico e i suoi rapporti con gli altri ordinamenti», in particolare con la Chiesa cattolica. Relatori erano Dossetti e il demolaburista Mario Cevolotto, figura questa di secondo piano sotto il profilo sia politico sia intellettuale, non certamente adatta a confrontarsi su tale delicata materia con il leader democristiano reggiano. L’attività di Dossetti alla Costituente viene generalmente identificata, perfino dagli studiosi di diritto costituzionale, con la trattazione di questa materia, di cui era specialista, anche se la sua
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