L’articolo analizza l’evoluzione dalla dottrina liberale dalla sua formulazione originaria, fondata su presupposti etico-religiosi, a quella moderna, che rifiuta appoggi esterni e rimane chiusa in se stessa. Secondo M. Pera, l’attuale fallimento dell’Europa si spiega con la pretesa di costruire una unità senza identità. L’etica liberale è passata dal rispetto dell’individuo come ideale sommo al riconoscimento di un’autonomia individuale, fino al rifiuto di ogni limite morale, come appare nell’ambito della famiglia, della bioetica e della ricerca scientifica. La conclusione è che il vero liberale deve dirsi cristiano, almeno per cultura, se non come esperienza di fede personale. L’Autore insegna nella Facoltà di Diritto canonico dell’Università Gregoriana di Roma.
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DOBBIAMO DIRCI CRISTIANI?

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