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ABSTRACT – Il fine assegnato da sant’Ignazio di Loyola a chi predica e a chi riceve gli Esercizi spirituali è così descritto da lui: «Cercare e trovare la volontà divina nella disposizione della propria vita per la salvezza dell’anima». Dopo essersi disposto a volere la purificazione del suo cuore, l’esercitante deve combattere per realizzare quel fine supremo. È il fine della stessa vita cristiana.
Ma cosa significa cercare e trovare la volontà di Dio? Si possono conciliare volontà di Dio e autonomia dell’uomo? Parlare all’uomo d’oggi di volontà divina significa evocargli le idee di autorità e di provvidenza che la cultura moderna non accetta pacificamente.
Si intende dunque riprendere la classica distinzione tra volontà di beneplacito e volontà significata in Dio, per chiarire come il cristiano debba imparare ad accettare il volere divino in ogni circostanza della vita.
L’esercizio della conformità e dell’abbandono fiducioso a questo volere può trovare delle esemplificazioni in alcuni testi di de Caussade («La fede non vuole prove, e chi ha bisogno di prove, ha meno fede; chi vive di fede accoglie le prove non come prove, ma come ordine di Dio») e di Pascal. Tra gli altri, questa sua celebre preghiera: «Fate, mio Dio, che in una uniformità di spirito sempre costante, riceva ogni sorta di avvenimenti, poiché noi non sappiamo che cosa dobbiamo domandare, e io non posso augurarmi uno piuttosto che un altro senza presunzione, e senza rendermi giudice e responsabile delle conseguenze che la vostra sapienza ha voluto giustamente celarmi. Io non so qual è il meglio o il peggio in tutte le cose».
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«SEARCHING AND FINDING THE DIVINE WILL»
The Note resumes the classic distinction between God’s perfect will and God’s permissive will, to clarify how the Christian must learn to accept the divine will in every circumstance of life. Exercise of conformity and of confident abandon in this will is exemplified by some of de Caussade and Pascal’ texts.