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La British Broadcasting Corporation (BBC), che nel 2022 ha celebrato i 100 anni di servizio ininterrotto, è in qualche modo un emblema della storia delle trasmissioni radiotelevisive nel XX e nel XXI secolo. Al tempo stesso ha saputo reinventarsi parecchie volte, tenendo il ritmo dei continui progressi della tecnologia.
La vasta portata geografica e demografica dell’Impero britannico negli anni Venti del secolo scorso, così come quella del Commonwealth dopo la Seconda guerra mondiale, le hanno procurato una enorme influenza sia sui modelli e le tecniche di trasmissione, sia sulla cultura mondiale.
In un certo senso la sua storia appare lineare, e come tale l’hanno studiata e descritta molti studiosi e critici. Ma essa ci manifesta aspetti importanti della storia della comunicazione del XX secolo.
La BBC originaria, la British Broadcasting Company, nacque il 18 ottobre del 1922 come un’attività di programmazione destinata a incentivare l’acquisto degli apparecchi radiofonici prodotti da un consorzio di società.
Proprio come negli Stati Uniti, le aziende in questione, che avevano bisogno di creare la domanda per i loro prodotti, diedero vita a un’apposita programmazione per invogliare la gente ad acquistare gli apparecchi e i sistemi che esse stesse producevano e vendevano.
Ma nel giro di pochi anni l’emittente britannica prese un nuovo nome, British Broadcasting Corporation; assunse, per regio decreto, il ruolo di ente di pubblico servizio (nel 1927) e acquisì una nuova finalità.
In questa sua seconda veste la BBC continuava a produrre programmi, ma si poneva al servizio del pubblico britannico, proponendo un tipo di programmazione radiofonica diversa da quella delle altre nazioni. La concessione che le era stata assegnata le conferiva l’autorizzazione esclusiva a produrre programmi radiofonici nel Regno Unito.
Il noto giornalista David Prosser sostiene che a proporre questa figura di concessionaria del servizio pubblico sia stata la Marconi Company (che faceva parte del gruppo dei produttori) e non il governo…