Quando in Argentina cominciava a diffondersi l’idea di proporre una ratifica dei matrimoni omosessuali, l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, suggerì ai suoi di giocare in attacco, non di rimessa. Ad una riunione della Conferenza Episcopale Argentina, che presiedeva, fece presente che gli omosessuali avevano il diritto a fruire di tutti i benefici di legge che derivano dalle unioni civili. Questo avrebbe tutelato un diritto e offerto alla Chiesa di difendere il matrimonio, che è tra un uomo e una donna. I confratelli nell’episcopato di Jorge Mario Bergoglio non ritennero di starlo a sentire, respinsero la sua idea e in Argentina si votò la legge che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Oggi che è vescovo di Roma, Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, ritiene che giocare in difesa sia sempre un errore. Lasciare aggravarsi i problemi senza offrire soluzioni ragionevoli alle emergenze apre la strada a nettezze che finiscono per prevalere. Così è difficile ritenere che Francesco condivida l’idea diffusa in molti ambienti cattolici che la decisione della Corte Costituzionale di ritenere non ammissibile il referendum sul suicidio assistito sia, dal punto di vista ecclesiale, un vantaggio che fa tirare un sospiro di sollievo. […]

I fatti della vita e della morte sono così grandi e profondi che la Chiesa deve occuparsene. E così la rivista dei gesuiti, La Civiltà Cattolica, le cui bozze vengono preventivamente dalla Segreteria di Stato, ha pubblicato un articolo fondamentale nel quale si parla di legge imperfetta. […]

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